lunedì 21 febbraio 2011

Enrico Galliani

Fabio Turchet


Gli sbagli e i confini della solidarietà

Messaggero Veneto — 17 ottobre 2010 pagina 05 sezione: PORDENONE



Dice che il lavoro l’ha perso. A pochi mesi dalla pensione i suoi capi l’hanno chiamato e gli hanno detto che era fuori. Va bene, avere il gomito che si alza facilmente non è il massimo, se di lavoro guidi camion: però resta il fatto che gli sarebbero bastati quei pochi mesi ancora. La moglie l’ha lasciato anni fa, e i figli non vogliono più sapere nulla di lui. Va bene, se vuoi tenerti stretti i tuoi cari è meglio se non sputtani parte dei tuoi soldi in macchinette: però resta il fatto che sono pur sempre i figli suoi, quelli. Loro, senza di lui, non ci sarebbero. Sembra una storia che proviene da realtà di degrado e povertà, invece cari amici è proprio Pordenone - Friuli Venezia Giulia - Italia, questa qui. La storia di un uomo buono come il pane che tutti conoscono e che tutti salutano quando incrociano in centro. Probabilmente anche tu che leggi, adesso, sai di chi sto parlando: è uno che potresti essere tu, un domani. Uno di cui tutti sanno la situazione e verso cui tutti fanno finta di niente, se va bene una pacca sulla spalla e tanto imbarazzo. Dorme per strada, adesso, mentre metà delle persone che lo sanno pensa “Gli sta bene, se l’è cercata” e l’altra metà “Gli sta bene, se l’è cercata, speriamo che se la cavi” Questa è la città dove è vietato sbagliare, dove è vietato sentirsi un po’ giù, dove chi mostra le proprie debolezze è uno sfigato mentre chi ostenta forze che non ha è il vincente. Questa è la città dove le questue domenicali si riempiono e dove i compagni di scuola di quarant’anni fa possono anche finire in mezzo a una strada, che tanto io il mio appartamento con riscaldamento ce l’ho. Scusate se non ho scritto le solite cose ironiche e divertenti. Sarà per la prossima volta. Enrico Galiano

circa 4 mesi fa · Segna come irrilevante · Segnala · Cancella post

Nessun commento: